La progressiva riduzione dei livelli di potenza specifica richiesta per la climatizzazione invernale degli edifici e la contestuale possibilità di ridurre i livelli termici di fornitura dell’energia ha reso applicabili un ampio ventaglio di soluzioni tecniche per la generazione, quali generatori a gas metano a condensazione, a media e bassa temperatura ed elevato salto termico, sistemi in pompa di calore con sorgente aeriforme o geotermica e sistemi ibridi accoppiati a impianti ad alta, media e bassa temperatura.
Nel frattempo, il panorama normativo evolve con grande rapidità, in risposta alla preoccupazione legata al cambiamento climatico, con proposte ed emissioni di provvedimenti non sempre coordinati tra loro e, in alcuni casi, quasi schizofrenici:
- la bozza di revisione del Regolamento Ecodesign 813/2013/UE che disciplina la progettazione ecocompatibile e l’etichettatura energetica dei sistemi di riscaldamento, prevede che a partire da settembre 2029 tutte le caldaie a gas potrebbero non essere più vendute. Il documento è stato oggetto di un Consultation forum della Commissione Europea ad aprile di quest’anno, il testo definitivo verrà pubblicato nel 2024.
- la proposta di revisione della EPBD (Direttiva Case Green) indica che gli stati membri dovranno vietare, a partire dalla data di recepimento della stessa, l’uso di sistemi di riscaldamento alimentati a combustibili fossili negli edifici di nuova costruzione e negli edifici sottoposti a ristrutturazioni importanti o a ristrutturazione del sistema di riscaldamento; viene però consentito l’utilizzo di sistemi di riscaldamento ibridi o caldaie certificate funzionanti con combustibili rinnovabili e altri sistemi tecnici che non utilizzino esclusivamente combustibili fossili
- l’orientamento più recente, in ambito Ecodesign, sembra allinearsi a quanto ipotizzato dal recap della EPBD, con possibilità di utilizzo di sistemi ibridi
- sul fronte degli interventi finanziati dal programma europeo Next Generation EU e PNRR viene richiesto di rispettare il principio del “Do no Significant Harm “cioè non arrecare alcun danno significativo all’ambiente, con esclusione dei generatori a gas in alcune specifiche categorie di “missioni”. Nulla si dice sui sistemi ibridi.
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D’altronde, la legislazione attuale, richiede la presenza di quote di energia rinnovabile in interventi di nuova costruzione o ristrutturazioni estensive, rendendo indispensabile l’impiego di sistemi ibridi o in pompa di calore.
L’utilizzo di sistemi ibridi, pertanto, può rispondere all’attuale quadro esigenziale, sia normativo che funzionale, consente una notevole flessibilità impiantistica, permette di diversificare le sorgenti energetiche e gestire correttamente le richieste di acqua calda sanitaria, anche suddividendo le funzioni, con una aumentata stabilità del sistema in pompa di calore.
L’utilizzo di Sistemi Ibridi accoppiabili a impianti ad alta, medio e bassa temperatura può consentire riduzioni del fabbisogno di energia consegnata fino al 30-35% e, ove accompagnati da interventi di isolamento dell’edificio servito, si può giungere a riduzioni di fabbisogno di energia nell’ordine del 70 – 75%, con contestuale riduzione delle emissioni di CO2 locali e globali.
Va ovviamente prediletto un intervento che veda in primis la riduzione del fabbisogno di energia intrinseco dell’edificio (Net Delivery), in secondo luogo l’ottimizzazione di utilizzo dell’Energia Primaria totale e la massimizzazione della Quota Rinnovabile