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COPERTURA FISSA E MOBILE: La mappa AGCOM

COPERTURA FISSA E MOBILE La mappa AGCOM

Copertura fissa e mobile

La mappa AGCOM

 

Il divario digitale

Nella seconda metà degli anni Novanta, negli Stati Uniti si sentì parlare per la prima volta di digital divide come nell’accezione corrente. «…che i nostri figli non siano mai separati da un divario digitale»: queste sono le parole pronunciate da Al Gore, vicepresidente dell’amministrazione Clinton, nel discorso tenuto nel 1996 a Knoxville. Qualche anno dopo, nel 2005, il leader democratico venne premiato al Webby Award per il suo impegno nell’aver fatto sì che lo sviluppo delle infrastrutture di rete costituisse parte importante del programma di governo.

Fino a quel momento, infatti, Internet era una rete di computer interconnessi destinata al solo uso scientifico e militare. Nel 1991, sempre negli Stati Uniti, con l’High Performance Computing Act era stata istituita la National Research and Education Network, ovvero un’infrastruttura di rete finalizzata a unire centri di ricerca e università americane con la possibilità di essere estesa, anche per iniziativa di privati, ad eventuali scopi commerciali diventando presto una realtà pubblica.

Con la definizione digital divide non si intende soltanto la disparità nell’accesso fisico alle tecnologie dell’informazione, ma anche il divario esistente nell’acquisizione delle risorse e delle informazioni indispensabili per poter partecipare attivamente alla società nell’era della comunicazione.

La causa principale del divario digitale è da attribuire allo sforzo economico necessario per l’adeguamento delle infrastrutture di base esistenti e per la nuova installazione di moderne infrastrutture di rete, in certi casi reso ancora più arduo dall’orografia del territorio o dalla densità dell’edificato. Altre cause possono essere poi dipendenti da fattori sociali come ad esempio l’appartenenza ad un certo gruppo etnico, al livello di educazione e all’età anagrafica.

Al giorno d’oggi questa disparità può concorrere anche ad una crescita delle diseguaglianze economiche già esistenti e può incidere negativamente nel vantaggio competitivo che può divenire prerogativa di pochi, inoltre può influire sensibilmente sulla capacità di accesso all’informazione da parte dei cittadini.

 

Problematiche di copertura

Sul territorio nazionale sono presenti circa 11.000 centrali numeriche interconnesse da una rete di trasporto in tecnica SDH o DWDM ad alto transfer-rate. Gli utenti finali non sono però collegati alla centrale attraverso lo stesso sistema fisico. Dal sistema fisico utilizzato per la realizzazione della porzione di rete tra utente e centrale, quella che nel gergo tecnico viene chiamato ultimo miglio, dipende la velocità di connessione dell’utente alla rete.

Di seguito i sistemi utilizzati per la realizzazione dell’ultimo miglio e le relative capacità di trasmissione in download:

  • Doppino telefonico in rame (Dial-Up 56 kbps e ADSL fino a 20 Mbps)
  • Cavi a trasmissione ottica (FTTC 200 Mbps e FTTH 1 Gbps)
  • Wireless (HSDPA 14 Mbps, LTE 100 Mbps, LTE- Advanced 1 Gbps, WiMax con LTE-TDD 200 Mbps)


Realizzare reti di accesso a capacità elevata necessita di investimenti consistenti e, per questa ragione, gli operatori, in quanto investitori privati, a volte non hanno interesse a raggiungere piccoli centri e località rurali.

 

Digital divide in Italia

Le prime azioni in Italia arrivano nell’anno del 2006 quando Telecom Italia individua nuove tecniche che permettono di fornire il servizio ADSL anche nelle località servite da centrali non ancora raggiunte dalla fibra ottica. Le nuove tecniche prevedono l’impiego di apparati mini DSLAM, apparati che limitano il numero di accessi a un massimo di 100 clienti con una velocità di picco in download di 640 Kbps.

Nel 2008 l’AGCOM indice una gara per l’assegnazione delle frequenze della banda 3.5 GHz che permette ad AriaMax di diventare il primo provider italiano di servizi in tecnologia WiMax su tutto il territorio nazionale ed in particolare nelle zone non ancora raggiunte dalla rete fissa.

Nel 2013, dopo una lunga esperienza con le tecnologie HiperLAN e WiMax, Eolo sviluppa EoloWave, combinazione di tecnologie che permettono di realizzare una rete radio fissa ad alte prestazioni, con collegamento in linea di vista.

Un anno dopo si aggiudica i quattro bandi di gara Infratel Italia per l’abbattimento del digital divide in Liguria, Marche, Emilia Romagna e Umbria.

Il 3 marzo 2015 il Consiglio dei Ministri approva il programma di Governo per la banda ultra larga con l’ambizioso obiettivo di coprire entro il 2020 l’85% della popolazione con infrastrutture in grado di fornire servizi a velocità pari ad almeno 100 Mbps e garantire al 100% dei cittadini una velocità di accesso minima di 30 Mbps, dando priorità alla pubblica amministrazione e alle imprese.

I grafici seguenti [1] mostrano i trend di copertura e di sottoscrizioni alla banda larga (Fig. 1) e alla banda ultra larga (Fig. 2) negli anni precedenti al 2015 (dati Commissione Europea).

 

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Figura – 1
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Figura – 2

 

Per la banda larga (ADSL fino a 20 Mbps), la copertura in Italia è in linea con quella degli altri Paesi UE attestandosi intorno al 100% già dal 2011, mentre il numero delle sottoscrizioni, pur mantenendo un trend positivo, è di gran lunga inferiore a quello degli altri Paesi.

In questi anni va ancora peggio per la banda ultra larga (NGAN), la quale, partendo nel 2011 con una copertura inferiore di circa 40 punti percentuali rispetto alla media europea, cresce più rapidamente raggiungendo un distacco del 30%.

Le sottoscrizioni sono modeste anche in questo caso e il trend di crescita non segue l’offerta.

 
Qual è la situazione oggi?

Sul sito di Infratel Italia è possibile consultare i dati sulla copertura dei servizi a banda larga e ultra larga nonché lo stato di avanzamento dei piani in corso, anche con riferimento alla media europea e agli obiettivi 2020.

Parallelamente alla realizzazione delle nuove infrastrutture di rete fissa, importanti passi vengono mossi anche nello sviluppo della banda larga radiomobile. Alla fine del 2012 è diventa commerciale la rete 4G, denominazione usata per le tecnologie LTE e LTE-Advanced, rete che permette di raggiungere una velocità di 300 Mbps in download grazie alla funzionalità di aggregazione delle portanti. Gli attuali sviluppi della rete radiomobile sono finalizzati al completamento della copertura LTE e al continuo miglioramento delle prestazioni.

La tecnologia LTE utilizza attualmente le bande 800 MHz, 1500 MHz, 1800 MHz e 2600 MHz, in futuro invece, sarà possibile aumentarne la capacità utilizzando bande oggi in uso dalle tecnologie 2G e 3G questo in attesa che si concludano le sperimentazioni per la commercializzazione del 5G, tecnologia e standard di quinta generazione che offrirà una velocità di connessione fino a 30 Gbps.

 

La BBmap AGCOM

 

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Con il decreto salva Italia, Legge n. 9 del 2014, il Governo ha attribuito all’Autorità Garante per le Comunicazioni la responsabilità di costituire una banca dati di tutte le reti di accesso a Internet presenti sul territorio italiano.

Lo scopo è quello di realizzare una mappatura delle reti di acceso disponibili per fornire uno strumento utile per l’elaborazione di soluzioni innovative, relativamente a banda larga e ultra larga, che vadano a colmare il divario digitale.

Per costituire la banca dati, l’Authority ha avviato un progetto pilota con i principali operatori, attraverso il quale si definiscono i formati di scambio delle informazioni in ingresso e in uscita e, con riferimento agli aspetti GIS, sono stati sviluppati i metodi di analisi geografica.

Il portale fornisce mappe dinamiche e dati elaborati statisticamente sulla copertura delle reti fisse in fibra ottica, in rame, delle reti in tecnologia wireless e di quelle cellulari 2G, 3G e 4G. Vengono inoltre fornite informazioni sulla velocità delle reti in rame e delle reti in fibra ottica e sul numero di abbonati divisi per regioni e province.

Le informazioni presenti nella banca dati offrono la possibilità di fare valutazioni comparative sull’offerta per un dato indirizzo.

Queste informazioni possono essere utilizzate dai singoli utenti, curiosi di sapere da quale infrastruttura di rete sia coperta la propria abitazione, dagli operatori per definire le strategie di investimento per migliorare la copertura e dal Governo e dalle Istituzioni locali per analizzare la situazione e mettere in atto misure migliorative per abbattere il divario digitale.

 

[1] Notiziario tecnico Telecom Italia anno 25 – 2/2016.

 

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Roberto Secci
IQTconsulting S.p.A. Electromagnetic Impact Analysis Specialist

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