Cos’è e come sta cambiando la progettazione integrata
Il BIM, acronimo di Building Information Modeling, è una metodologia di lavoro del settore AEC che nasce in America all’inizio degli anni ’70. Si diffonde in Europa in modo significativo negli anni ’90, con maggior diffusione nei paesi del Nord Europa.
La diffusione in questi paesi non è casuale: l’utilizzo di questa metodologia che ottimizza i tempi di progettazione ed esecuzione di un’opera grazie all’uso di modelli 3D virtuali, diventò fondamentale in quei paesi caratterizzati da stagioni di totale assenza di luce solare per i quali conoscere la presenza di interferenze prima della realizzazione in cantiere si è rivelata fondamentale per evitare una dilatazione dei tempi di costruzione.
La metodologia BIM si basa sulla condivisione delle informazioni inerenti ad un progetto tra tutte le professionalità coinvolte all’interno del ciclo di vita dell’opera.
Partendo da un coordinamento in fase iniziale di tutte le figure coinvolte in un progetto, in cui si definiscono obiettivi, standard di lavoro e di comunicazione, si transita per la fase di modellazione parametrica 3D attraverso l’uso di software BIM Based.
Qui le informazioni possono essere associate alla virtualizzazione dell’opera ed essere sempre disponibili diminuendo il rischio di perdita di dati nel tempo.
Alla base della metodologia BIM c’è il concetto di “interoperabilità”, ovvero la possibilità di condividere informazioni tra i diversi partecipanti ad un progetto a prescindere dallo strumento software utilizzato.
Ciò consente ai singoli operatori di poter continuare ad operare sfruttando le potenzialità dei strumenti che si ritengono più idonei al proprio modo di lavorare senza inficiare l’operazione di interfacciamento con i collaboratori.
L’interoperabilità, applicata attraverso l’utilizzo del formato file IFC è il nucleo dell’approccio OpenBIM che favorisce un flusso di lavoro aperto e trasparente.
I vantaggi che comporta l’utilizzo della metodologia BIM trovano riscontro in ogni fase del processo della filiera delle costruzioni: da una progettazione integrata con risoluzione di possibili problematiche prima che esse si riscontrino in fase di esecuzione in cantiere con un evidente risparmio in termini di tempo e denaro.
Progettazione BIM
Il controllo da parte della stazione appaltante o committente che ha la possibilità di verificare in tempo reale la situazione “work in progress”, al risparmio che ne deriva in fase di esercizio dell’opera attraverso una pianificazione ed un monitoraggio della manutenzione.
Quest’ultimo rappresenta il valore aggiunto sia per il committente, che in possesso dell’as built, ha contemporaneamente tutte le informazioni necessarie per poter gestire la parte di Facility Management senza dover rallentare tale processo con inutili e dispendiosi rilievi post-operam o attivando processi di manutenzione virtuosi e molto spesso non adeguati alla tipologia di opera.
La panoramica italiana risulta eterogenea, caratterizzata da professionisti che si stanno cimentando nella sperimentazione dell’uso del BIM già da qualche anno, da professionisti che stanno iniziando ora e altri invece che sono ancora in una fase di valutazione, sia per aspetti economici sia per aspetti legati alla mancanza di conoscenza sull’argomento.
Di sicuro il BIM rappresenta un’opportunità di evoluzione e di cambiamento ad opera dei singoli operatori, ormai “indeboliti” da una crisi di settore che ha visto la diminuzione delle realtà attive e che ha, di conseguenza, creato una situazione di precariato che non aiuta la ripresa economica del settore.
Dinora Quadretti
Structural Engineering Specialist