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Progetto strategico Banda Ultralarga

Progetto strategico Banda Ultralarga

Aree Bianche


L’Accordo Quadro per lo Sviluppo della Banda Ultralarga su Territorio Nazionale Verso gli Obiettivi EU2020, dell’11 febbraio 2016, tra la Presidenza del Consiglio dei Ministri, Il Ministero dello Sviluppo Economico (MISE) e le Regioni e le Province Autonome, rafforza un processo strategico, già avviato con il piano approvato dallo stesso Consiglio il 3 marzo 2015 e volto a colmare il ritardo digitale del Paese rispettivamente sul fronte infrastrutturale e nei servizi, in coerenza con l’Agenda Digitale Europea.

Come da obiettivi fissati con la Strategia Italiana per la Banda Ultralarga ed in coerenza con quanto previsto dai Regolamenti Comunitari sui Fondi FESR e FEASR, l’iniziativa è finalizzata al coordinamento di tutte le attività connesse all’attuazione dei piani di infrastrutturazione che consentiranno la copertura dell’85% delle unità abitative con infrastrutture in grado di supportare servizi a 100 Mbps e superiori, garantendo al restante 15% velocità di connessione pari a 30 Mbps.

il Piano Banda Ultra Larga, viene attuato da Infratel, società in-house del Ministero dello Sviluppo economico, il cui principale obiettivo è promuovere la realizzazione e l’integrazione di infrastrutture che offrono servizi internet a banda larga nelle aree a fallimento di mercato, dette aree bianche in sede europea e declinate nei cluster C e D in Italia. La società si sta impegnando ad impiegare le risorse e i finanziamenti assegnati:

5 Miliardi di euro di fondi pubblici nazionali. 3,5 miliardi provenienti dal Fondo sviluppo e coesione (FSC 2014-2020), di cui 2,2 miliardi già assegnati da delibera CIPE del 3 Agosto 2015 per l’intervento nelle aree bianche a fallimento di mercato.

1,8 miliardi di € da programmi operativi (Regionali e Nazionali) 2014-2020 tra cui 230 milioni di € dal Programma Operativo Nazionale Imprese e Competitività (2014-2020).

L’aggiudicazione a Open Fiber dei primi due bandi Infratel ed il conseguente avvio degli interventi sia nelle aree bianche che in quelle dove sono presenti altri operatori di rete, porta nel vivo il Piano Banda UltraLarga accelerando in maniera sensibile la diffusione della fibra ottica nelle abitazioni di tutto il paese.

 

Progetto strategico Banda Ultralarga

 

Banda Ultralarga Italia

 

Il piano industriale di infrastrutturazione ed eliminazione del digital divide si caratterizza come fondamentale e decisivo per lo sviluppo economico italiano.
La concretizzazione dei propositi in termini di copertura e connettività, accesso a servizi e mezzi di comunicazione sta già creando un’Italia diversa e a prova di futuro.

 

Progetto Strategico Banda Ultralarga

 

Il 3 marzo 2015, il Consiglio dei Ministri ha approvato la nuova strategia nazionale per la banda ultralarga con l’obiettivo di massimizzare la copertura della popolazione con una connettività ad almeno 100 Mbps, con priorità per le imprese e le sedi della PA, garantendo al contempo almeno 30 mbps al 100 per cento della popolazione.

Il Progetto strategico banda ultralarga definisce una linea unitaria per l’implementazione delle infrastrutture necessarie allo sviluppo dell’economia digitale del Paese quale:

  • cornice di riferimento per le Amministrazioni Pubbliche, le Regioni e gli Enti locali che decidano di affrontare investimenti in infrastrutture di comunicazioni elettronica;
  • soluzione per ottimizzare le risorse a disposizione garantendo economie di scala;
  • progetto di sistema per uno sviluppo coordinato e interoperabile delle infrastrutture;
  • punto di riferimento per il mercato garantendo a quest’ultimo certezza del diritto e un quadro chiaro e trasparente nella gestione delle risorse pubbliche a disposizione;
  • progetto di sistema capace di attirare gli investimenti privati necessari al suo completamento.

Il Progetto strategico banda ultra larga è stato autorizzato dalla Commissione Europea e rappresenta un decisivo segnale per il raggiungimento degli obiettivi dell’Agenda digitale europea, che riguardano l’accesso a internet per tutti i cittadini “ad una velocità di connessione superiore a 30 Mb/s” e, per almeno il 50% della popolazione “al di sopra di 100 Mb/s”.

Infratel Italia avvia annualmente la procedura di Consultazione pubblica sulla copertura del servizio di banda larga e ultralarga del territorio nazionale in coerenza con le norme in materia di aiuti di Stato (2009/C 235/04 e successive modificazioni) per monitorare i piani impegnativi di copertura del territorio nazionale – già realizzati e da realizzare nel prossimo triennio da parte degli operatori privati.

Tale attività è propedeutica all’attuazione del Piano Nazionale Banda larga e del Piano strategico per la banda ultralarga per adempiere agli obiettivi Comunitari fissati dall’agenda digitale europea (245/2010), permettendo la definizione di una dettagliata mappatura integrata dei piani di copertura del territorio nazionale. Infratel elabora le informazioni fornite dagli operatori interessati stilando la lista delle aree bianche, ovvero quelle aree in cui nessun operatore è interessato a investire nei prossimi tre anni e che, pertanto, dovranno essere oggetto dell’intervento pubblico.

Per garantire maggiore autonomia alle scelte delle Regioni, Province autonome e degli Enti locali sono stati definiti 3 modelli di intervento diversi che riprendono le soluzioni ad oggi prese in considerazione dalla parte pubblica per l’implementazione di reti a banda ultra larga.

Tutti e tre i modelli prevedono il riutilizzo di infrastrutture esistenti di proprietà pubblica e privata (cavidotti e infrastrutture esistenti di operatori o multiutility locali) per i quali è definita l’acquisizione dei diritti d’uso.

Nel caso del riuso di infrastrutture esistenti si ricorda che gli obblighi di accesso wholsale non sono soggetti a restrizioni, bensì devono essere garantiti per almeno 7 anni. Il Ministero renderà pubbliche tutte le informazioni relative all’infrastruttura realizzata con fondi pubblici sia a garanzia di massima trasparenza e pubblicità delle iniziative avviate sia per consentire un’applicazione omogenea su tutto il territorio italiano con benefici economici, ambientali – in termini di minor impatto sul territorio e sociali – in termini di riduzione del disagio per la popolazione.

Tali accortezze permetteranno di massimizzare il coordinamento dei lavori civili di scavo necessari per l’implementazione di altre utilities e condividerne i costi che rappresentano – nel caso delle reti in fibra ottica – circa il 70 per cento dell’ammontare totale.

Per garantire sia la neutralità della gestione da parte del partner privato, sia la corretta competizione sul mercato, i criteri di selezione del soggetto concessionario devono prevedere l’esclusione di operatori verticalmente integrati che non prevedono una separazione delle attività di commercializzazione dei servizi al dettaglio. Con ciò si intende che potranno essere beneficiari di tale iniziativa non solo gli operatori di telecomunicazioni, ma anche con le utilities, istituzioni finanziarie e Single Purpose Vehicles e/o cooperative di utenti.

 

Francesco Tumeo
IQTtlc NGN Division Manager

 

 

Fonti

– bandaultralarga.italia.it/wp-content/uploads/2016/04/Accordo-Stato-Regioni-DOC_052333_REP-N-20-PUNTO-6-ODG.pdf
– bandaultralarga.italia.it/piano-aree-bianche/obiettivi/
– www.agendadigitale.eu/infrastrutture/come-va-il-piano-banda-ultra-larga-coperture-gare-infratel-e-il-futuro-a-1-gigabit/
– bandaultralarga.italia.it/status-progetto-bul-nazionale-modello-concessione-gara-1-e-gara-2-4/

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