LA SICUREZZA NEI CANTIERI IDROELETTRICI: PRIMA PARTE
Negli ultimi anni il settore Sicurezza, che segue tutte le Business Unit di IQT, ha fortemente operato nel campo idroelettrico e coordinato la sicurezza in esecuzione nel rinnovamento di differenti centrali idroelettriche.
È opportuno fare una breve premessa per capire qual è l’ambito di applicazione.
Gli impianti idroelettrici sfruttano il flusso dell’acqua, che viene dapprima derivata da corsi d’acqua – attraverso canali, gallerie interrate, condotte metalliche – poi accumulata in bacini e, infine, convogliata in condotte forzate con pendenza e lunghezza prestabilite, al fine di creare un carico idraulico tale da mettere in moto delle turbine. Quest’ultime, collegate a generatori, producono l’energia elettrica.
La maggior parte delle centrali idroelettriche fu costruita fra gli anni Venti e il primo dopoguerra. È plausibile, quindi, che in questi anni si stia provvedendo a numerosi ammodernamenti, più o meno consistenti, riguardanti tre aree:
In questi cantieri, la parte delle opere civili riguarda tutti gli annessi: opere di presa, canali di adduzione, bacini di carico, edifici di centrale con scavi profondi, esecuzione di micropali a rinforzo di strutture, impermeabilizzazioni di alvei artificiali e rimodellamento di sedi sferiche di alloggio delle turbine.
Si comprende, quindi, che in questi scenari possano presentarsi molteplici rischi.
Il primo rischio comune a tutti i cantieri è quello delle interferenze, che si presenta all’interno delle imprese quando diverse attività di esercizio devono operare senza il fermo della produzione.
Incontriamo, poi, tutti i rischi connessi alla sostituzione dei generatori e delle turbine.
Si tratta di componenti che pesano diverse tonnellate, contenenti diversi metri cubi di olio altamente infiammabile con rischio incendio ed esplosione. I vecchi componenti quasi mai possono essere smontati mediante sbullonatura, ma devono essere tagliati con fiamma ossidrica.
Inoltre, si opera in luoghi che, se non sono ambienti confinati, sono di difficile accesso. Il rischio, quindi, è quello di caduta nel vuoto: dato che la fossa turbina è sempre sotto il livello del fiume, ne consegue anche il rischio annegamento.
Nelle fasi di ricostruzione e sostituzione, in ambiti dove risulta necessario gestire molti lavoratori in spazi sempre più ristretti vista la presenza dei macchinari e di tutti gli annessi, si presentano altre situazioni di rischio:
È chiaro che risulta necessaria un’organizzazione precisa e specifica per la tutela della salute e della sicurezza delle persone. Non basta solo l’applicazione puntuale della normativa, ma serve predisporre e creare un clima di lavoro in cui la cooperazione e il coordinamento di tutte le risorse, a tutti i livelli, sia alla base della vita del cantiere.
E come si crea questo clima?
Seguiranno approfondimenti in un secondo articolo.
Lisa Bozzo
Project and Safety Manager